paludi pagane

Lento incedere
per acquitrini brulicanti
di ingiuste paure
e volontà inespresse
Le mangrovie ascoltano
i deliri di onnipotenza
di chi non si arrende
alla caducità terrena
Volatili coprono
di merda fumante
serpi che invano
strisciano in silenzio
Sotto la superficie
disgustosi anfibi
attendono viscidi
l’ignominiosa quiete
Più spedito il passo
superato il pantano
i sensi trionfano
con l’olezzo di morte
Le carogne degli ignavi
divorate dai sopravvissuti
suscitano nei deboli
la ricerca del divino
Nelle paludi ostili
il carnefice si esalta
punta le vittime
con cura sanguinaria
Ostentando ferocia
e fiero compiacimento
nella scelta indecente
tra natura e destino

Un’infausta profezia
oscura il cammino
il sentiero diverge
in orridi anfratti
La sofferente umanità
cerca in essi salvezza
annaspando ritrova
nuova disperazione
I marosi prendono
non attendono cenno
chi per acque si perde
non chieda perdono
Il marese rende
i cadaveri occulti
degli incauti pellegrini
riaffiorano inermi