La malattia

Mario Alessandro Camellini

La lacrima arranca, s'aggrappa Per non cadere giù
il suolo è rovente, l'Ucciderebbe
Non la vedresti più, una dolce carezza non basterebbe per strapparci un sorriso una vecchia Polaroid ha catturato L'amarezza del tuo viso il sole e vanitoso ed estroso e non ammette mai i suoi sbagli ci strappa le vesti da d'addosso. Tu ti copri io nascondo il mio viso il signore
Chiudo gli occhi ed impreco
I tuoi lamenti risvegliano la mia coscienza, denunziano la tua innocenza
Non tutte le storie hanno un lieto fine c'è chi nasce e chi deve morire
Di certo non si può essere indispensabili in un mondo dove le scacchiere sono poche e le pedine sono troppe. Abbiamo dato il nostro meglio non è bastato
La malattia ci ha neutralizzato
Chiudo gli occhi ed impreco
I tuoi lamenti risvegliano la mia coscienza, denunziano la tua innocenza
Il futuro, solamente Assenza

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