Narciso

Marco Anastasio

Volevo scrivere un pezzo che
Mi mancano le forze e svengo
Per poi guardarci con gli occhi infossati
Di chi condivide un segreto tremendo
E tu, donna di cocci rotti
Donna di antichi tesori sepolti
Che piangi catrame tutte le notti
E vieni a cercarmi nei miei ricordi

Vorrei guardarti lontano negli occhi
E li vorrei profondi come pozzi
E bui al punto tale che ci smetto
Di cercare il mio riflesso dentro
Non voglio finire come Narciso
Annegato nel mio riflesso
Ammaliato del mio riflesso
Ammalato del mio riflesso

Ma a volte, se sono felice
Mi scappa lo sguardo dagli occhi
E fa tutto da sé, vola lontano e
Vola lontano

Ti è mai accaduto di stare seduto
E di mettere in muto nella tua mente?
L'impatto di accorgerti a un tratto
Di stare soltanto ad un passo dal niente
Di perdere I sensi e trovarne di nuovi
Partire dal cielo e trovarsi a milioni di metri sott'acqua
Steso sul fondo, sento un rimbombo di suoni d'ovatta

Poi qualcuno mi tocca la spalla
Mi ruba la calma
Domanda "a che pensi?", "A che penso?"
A che penso? Non penso, pensare è da fessi
Almeno prima che lo chiedessi
Pensavo al nulla ed al tutto, sapessi
Un silenzio sottile, senza alcun fine
Senza interessi

Vorrei guardare te come fisso il vuoto
Fuori il terremoto mi scuote ma non mi sveglia
Ci prova ma non mi muovo
Vorrei urlare il mio nome per ore
Fino a lasciare soltanto il rumore
E svuotarlo di senso
Svuotarmi di senso

A volte, se sono felice
Mi scappa lo sguardo dagli occhi
E fa tutto da sé, vola lontano e
Vola lontano

A volte, se sono felice
Mi scappa lo sguardo dagli occhi
E fa tutto da sé, vola lontano e
Vola lontano

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